Il diritto tridentino
Il diritto tridentino
Come si è imposto il diritto tridentino?
Il Corpus Iuris Canonici, composto da testi medievali, andava sempre più ad evolvendosi; con la conseguenza che pian piano non restava più un unico tessuto normativo.
Il Concilio di Trento
Il Concilio di Trento viene celebrato nel XVI secolo, all’interno di un periodo dove vi sono tantissime novità. Tra le più rilevanti ricordiamo:
- Lo scisma operato da Martin Lutero e che da luogo a quella che comunemente viene chiamata fede protestante.
- Il fatto che la fede è fortemente influenzata dallo Stato, in quanto in questo periodo essi sono di tipo confessionali, con la conseguenza che i sudditi di quel determinato regno devono convertirsi alla religione del Re
Insomma, queste e altre novità portano la Chiesa a dover reagire .
Vi fu un primo tentativo di rinnovamento agli inizi del 1500, mediante il Concilio Lateranense V.
Ma quest’ultimo non fu sufficiente a contrastare le accuse protestanti.
Essi, infatti, misero in crisi molti capisaldi della Chiesa cattolica che riguardavano, sia la fede che la disciplina; portando quest’ultima a combattere per riaffermare l’ortodossia (la retta fede), più di quanto essa non abbia mai fatto.
Convocazione del Concilio di Trento
E fu proprio per questo motivo che il papa Paolo III nel 1545 convocò il c.d. Concilio di Trento. Quest’ultimo, attraverso le numerose interruzioni, durò ben 18 anni. Esso, infatti, si concluse nel 1563.
I suoi lavori furono divisi in 25 sessioni; mentre la legislazione pubblicata con questo concilio, diete luogo a vari decreti e canoni. I quali alloro volta incisero in una duplice materia:
- Fede
- Disciplina della Chiesa
Si osservi che i Canoni erano norme che contenevano breve disposizioni; mentre i Decreti contenevano disposizioni più lunghe. Quest’ultimi si dividevano in Decreti dogmatici e disciplinari. Infatti, detteranno norme sul primato del Papa, sui sacramenti, sul ruolo dell’episcopato, nonché sugli aspetti dell’organizzazione ecclesiastica.
In altre parole, si cerco di instaurare, come detto, la giusta dottrina.
Tali Decreti e Canoni furono promulgati come legge generale della Chiesa. Legge che non venne fusa con il Corpus Iuris Canonici, ma ad essa vi stava accanto.
Il divieto di interpretazione del diritto tridentino
Si trattava di una legge generale, ma assoggettata ad un regime particolare. Questo perché la Santa Sede, mediante la bolla Benedictus Deus emanata da Pio IV, acconsentiva che il diritto tridentino fosse applicato, ma ne vietava in maniera assoluta la sua interpretazione, del quale se ne riservò il potere esclusivo.
Era ovvio, il Papa voleva evitare che i canoni fossero interpretati in modo contrario a quanto voluto dalla Santa Sede. Ma questo comportò che nonostante le nuove norme, nelle università si continuava a studiare solo sul Corpus Iuris Canonici e quindi, il diritto tridentino fece fatica ad entrare nel circuito scientifico.
La Sacra Congregazione e il monopolio interpretativo del diritto tridentino
Lo strumento attraverso cui il papato esercita il diritto esclusivo di interpretazione del diritto tridentino, è la Sacra Congregazione per il Concilio. Essa è stata istituita nel 1564.
Se un vescovo avesse avuto dubbi nell’applicazione del diritto tridentino, avrebbe dovuto scrivere alla Sacra Congregazione. Le sue interpretazioni manifestate, non come legislazione generale ma come sentenze emesse di volta in volta sui singoli casi con suprema autorità giurisdizionale, rappresentano la base del nuovo diritto pontificio dei secoli dell’età moderna.
Si crea una sorta di frattura fra il diritto tridentino e il diritto antico del Corpus Iuris Canonici, che stimola tentativi di coordinamento.
Manca una fusione o integrazione tra il diritto del Corpus Iuris Canonici e:
- l’insieme delle deliberazioni tridentine
- delle interpretazioni della Congregazione per il Concilio
- delle decisioni degli organi della Curia Romana
Nel 1588 con la Cost. Immensa Aeterni Dei, Sisto V opera una riforma e un riordinamento della Curia Romana. Essa non era altro che un complesso di organi (Congregazioni, tribunali, uffici, etc.) dotati di competenza amministrativa e giurisdizionale.
Le decisioni degli organi della Curia Romana, costituiscono un complesso normativo che arricchisce e l’edificio normativo della Chiesa universale.
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