Evoluzione della disciplina dell’imposte sui redditi

Evoluzione della disciplina dell’imposte sui redditi

La disciplina delle  imposte sui redditi, all’interno del nostro ordinamento giuridico, riveste un ruolo centrale. Essa ha una particolare importanza dal punto di vista politico-economico. Ed è proprio per l’importanza di cui stiamo parlando, che detta disciplina è stata assoggettata ad una costante evoluzione.

Vediamo quindi di analizzarne i tratti essenziali.

I tratti essenziali della disciplina imposte sui redditi

Prima della Riforma del 1974, la disciplina delle imposte sui redditi era caratterizzata dalla presenza di una pluralità di imposte. Le aliquote erano reali e proporzionali. Esse servivano a colpire le singole categorie reddituali, indipendentemente dal fatto che fossero conseguiti da persone fisiche o giuridiche.

Imposta personale complementare

Nel 1923 per la prima volta si introdurrà un’imposta personale complementare, con cui si colpiva il reddito complessivo delle persone fisiche. Qui occorre fare due precisazioni. La prima è che questa imposta, non si sostituiva alla pluralità di imposte reali e proporzionali cui abbiamo appena accennato. La secondo è che, la medesima era dotata di un’aliquota moderatamente progressiva.

Imposta complementare per il reddito complessivo società commerciali

Bisognerà aspettare il 1954 prima che si introduca un’imposta complementare che colpisca il reddito complessivo, anche delle società commerciali. Quest’ultima imposta venne introdotta per esigenze di equità verticale. Si voleva ridurre il vantaggio fiscale che i soci delle società di capitali percepivano. Gli utili non distribuiti, sarebbero stati sottratti all’imposizione progressiva introdotta per le persone fisiche nel 1923.

Riforma disciplina dell’imposte sul reddito

Si deve aspettare il 1974, prima di avere una radicale Riforma della disciplina delle imposte sul reddito. Con detta riforma, si avrà la soppressione di quella pluralità d’imposte reali e proporzionali ed entreranno in vigore tre tributi principali:

L’IRPEF per colpire il reddito complessivo delle persone fisiche, con un’aliquota fortemente progressiva.

L’IRPEG per colpire il reddito complessivo di tutte le persone giuridiche (enti societari e non societari, pubbliche o private), con un’aliquota proporzionale.

L’ILOR per colpire, con un’aliquota proporzionale, quei redditi totalmente o parzialmente patrimoniale e quindi non di lavoro.

Ulteriori interventi legislativi

Questo quadro verrà completato con l’entrata in vigore nel 1977, del c.d. “credito d’imposta sui dividenti”. Strumento quest’ultimo, idoneo a risolvere il problema della doppia imposizione degli utili distribuiti dalle società di capitali. Detto istituto, troverà accoglienza anche nel D.P.R. 1986 n. 917. (TUIR).

Nel corso degli anni 90, si provvederà poi a introdurre due nuovi tributi, l’ICI e IRAP. Essi pur avendo un presupposto di fatto diverso dal reddito, finivano per incidere in settori economici, già colpiti di fatto dall’ILOR. Per tale ragione quest’ultimo tributo, andò ad essere gradualmente soppresso.

Nel 2003 si avvierà con la legge delega n. 80, una nuova riforma del sistema tributario italiano. Detta legge però, troverà attuazione solo in alcune sue parti. In modo particolare, nella parte attinente alla disciplina delle imposte sui redditi, attraverso il D.Lvo 2003 n. 344 e la legge 2007 n. 244. Norme quest’ultime che hanno modificato, molti dei contenuti originari del DPR 1986 n. 917.

Le ragioni di questa riforma, in via generale, possono essere ricercate nel l’esigenza di adeguare le discipline tributarie a quelli che erano i mutamenti socioeconomici causati dalla c.d. Globalizzazione dell’economia.

Primo obiettivo

In primo luogo si è cercato di abbassare le aliquote, ampliare le basi imponibili e ritornare ad un tipo di imposizione reale e proporzionale, almeno per quanto riguarda quei redditi che possono essere delocalizzati e quindi dirottati in altri Paesi con trattamenti fiscali più favorevoli. Obiettivi questi che sono stati raggiunti con riferimento ai redditi societari e di capitale in genere, attraverso l’introduzione dell’IRES con la quale si soppresse l’IRPEG. Mentre sinora irraggiungibili con riferimento alle aliquote IRPEF.

Secondo obiettivo

In secondo luogo, la riforma si rese necessaria anche per dare vita ad una disciplina sui redditi societari, più rispondente a quelli che sono i rapporti economici transazionali, adottanti un modello fiscale omogeneo a quello degli altri paesi membri dell’Unione Europea.

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